domenica 26 ottobre 2008

Un giorno a Cordova




"avete distrutto un monumento unico al mondo per far spazio ad uno visibile in diversi altri posti"





Così commenta J.B. Alderete l'inizio dei lavori di edificazione di una cattedrale nell'antica moschea di Cordoba.

MaR°aNN°nA

domenica 19 ottobre 2008

Conoscete gli Steppenwolves?


Gli Steppeulvene (The Steppenwolves)
sono un gruppo di musica psichedelica danese il cui cantante , Eik Skaløe, è considerato il capofila della della generazione beat.
Non ne avevo mai sentito parlare prima, non pensavo assolutamente che un paese così algido come quello danese avesse avuto una fase psichedelica, l'ho scoperto sabato mentre assistevo allo spettacolo "Itsi bitsi" dello storico gruppo Odin Teatret.
L'opera è il racconto autobiografico della protagonista l'attrice Iben Nagel Rasmussen, una donna arrivata al teatro dalla lotta politica per il pacifismo, dagli ideali della generazione dei «figli dei fiori», dall’esperienza delle droghe pesanti, da lunghe peregrinazioni in autostop in Marocco, Grecia, Italia e Spagna, dei vagabondaggi ribelli e delle visioni accese ed autodistruttive negli anni precedenti il 1966, quando entrò nell’Odin.
L’attrice rievoca apertamente un passato che a lungo era rimasto muto in lei, attraverso i suoi racconti e soprattutto le lettere e le poesie scritte per lei, fra il 1962 ed il '68 da Eik Skaløe che chiamava la sua amica con il nomignolo di «Itsi Bitsi»:

Itsi Bitsi vieni con me in Nepal.
La strada è fatta di suole di gomma
[…]
Lasciami navigare negli oceani dei tuoi occhi,
Lasciami raccogliere banane della tua isola

Le lettere e le poesie di Eik Skaløe sono scritte in una lingua accesa, con immagini sorprendenti e agglomerati poetici personalissimi, una lingua non lontana da quella che anche Iben usa quando parla della sua professione e delle sue visioni teatrali.
La protagonista afferma che per molti dei giovani in quegli anni prendere droghe era un gioco, significava aprire le porte della percezione o addirittura qualcuno azzardava che averebbe potuto conoscere Dio. Purtroppo proprio come dice l'attrice durante lo spettacolo, alcune porte si sono chiuse e qualcuno è rimasto chiuso fuori per sempre.
Di grande impatto anche il monologo della figlia muta di Mutter Courage (piéce teatrale di B.Brecht) che spiega come la donna sia riuscita una volta entrata a far parte della compagnia a sviluppare il suo proprio linguaggio a partire da quello gestuale e corporale, un momento davvero emozionante.