martedì 25 novembre 2008

Breve storia zen


C'era una volta un vecchio fattore che aveva una cavalla. Un giorno la cavalla riuscì a saltare il recinto e andò via correndo. Dopo essere accorsi, i suoi vicini gli dissero: "Come farai, adesso a seminare per il raccolto, senza cavalla? Che sfortuna!"
"Sfotuna o fortuna? Chi puo saperlo?" rispose il fattore.
Una settimana dopo, la cavalla ritornò alla fattoria insieme a due stalloni: "Adesso con tre cavalli, sì che sei ricco!!" gli dissero i suoi vicini "Che fortuna!".
"Fortuna o sfortuna? Chi puo saperlo?" rispose il fattore.
Quello stesso pomeriggio uno dei sue stalloni ruppe una gamba al figlio del fattore mentre cercava di domarlo: "Adesso non hai più chi ti aiuterà nel campo..." gli dissero i suoi vicini "Che sfortuna!".
"Sfortuna o fortuna? Chi puo saperlo?" rispose il fattore.
Il giorno dopo i soldati dell'imperatore arrivarono in città per arruolare i primogeniti maschi di tutte le famiglie, avendo la gamba rotta, il figlio del fattore fu il solo a rimanere a casa.
" Tuo figlio è l'unico primogenito di tutta la provincia che non si è separato dalla sua famiglia..." -gli dissero i vicini- "Che fortuna hai!!..."

MaR°aNn°nA

martedì 11 novembre 2008

Si è spenta la voce di Mama Afrika

Il vero nome di Miriam Makeba (meglio nota come Mama Afrika) era Zensile Makeba Qgwashu Nguvama Yiketheli Nxgowa Bantana Balomzi Xa Ufnu Ubajabulisa Ubaphekeli Mbiza Yotshwala Sithi Xa Saku Qgiba Ukutja Sithathe Izitsha Sizi Khabe Singama Lawu Singama Qgwashu Singama Nqamla Nqgithi si perché in Sudafrica, dove la cantante venne alla luce nel 1932, i nascituri prendono il nome di tutti i propri antenati maschi, spesso il primo nome è seguito da una o due parole, che dicono qualcosa del carattere della persona; questo fa si che un vero nome africano sia una specie di storia.
La sua personale l'aveva resa famosa a livello mondiale, non solo come cantante, ma soprattutto per essersi battuta contro il regime dell'apartheid che aveva dilaniato il suo Paese, diventando per questa ragione delegata delle Nazioni Unite. Questo suo impegno contro la segregazione razziale le era costato una dura reazione del governo sudafricano che nel 1963 (in pieno regime di apartheid) l'aveva costretta all'esilio ed aveva messo al bando tutti i suoi dischi. Per rimettere piede nella su madre patria, Miriam Makeba ha dovuto aspettare quasi 30 anni: soltanto nel 1990, infatti, Nelson Mandela riuscì a convincerla a tornare nella terra dove era nata (sua madre era di etnia swazi e suo padre, morto quando lei aveva sei anni, era uno Xhosa).
Aveva vissuto prima in Europa e poi negli Stati Uniti, proprio in quella lunga fase della sua vita, espresse il meglio di sé nel campo artistico. Negli Stati Uniti d’America la cantante incide le sue canzoni più conosciute: Pata Pata, The Click Song e Malaika.Nel 1968 si sposa con Stokely Carmichael, un attivista per i diritti civili, scatenando grandi polemiche negli Stati Uniti e rallentando notevolmente la sua carriera. Nel 1973 si separa dal marito con il quale si era trasferita in Guinea e quasi dieci anni dopo, nel 1985, dopo la morte della sua unica figlia, Bongi, torna a vivere in Europa. Nel 2005 decide di dire addio alla scena e allestisce un memorabile tour, che tocca tutti i Paesi del mondo nei quali si era esibita.
Domenica scorsa mentre a Sevilla andava in scena in prima nazionale “Gomorra” di Matteo Garrone, accolto calorosamente da un pubblico spagnolo che all’uscita dalla sala sembra stordito da tanta cruda verità, a Castel Volturno davano l’addio definitivo alla cantante che aveva voluto partecipare a tutti i costi, nonostante le non brillanti condizioni di salute, al concerto anticamorra a sostegno di Saviano, e che colta da un malore non è nemmeno riuscita ad arrivare all’ospedale più vicino.
Il pubblico accorso per testimoniare il proprio impegno civile, le ha riservato l'ultimo, indimenticabile applauso. Aveva speso tutta la sua vita per l'impegno civile ed è morta proprio nel luogo-simbolo della lotta alla criminalità ed alla sopraffazione.

MaR°aNN°nA

domenica 2 novembre 2008

Sua Irriverenza Leo Bassi


Immaginate per un attimo di entrare in una sala gremita di gente (la TNT a Sevilla), dopo aver fatto una lunga fila per prendere il biglietto, di essere lì dentro e di dovervi districare tra i piedi delle persone già comodamente sedute e quelle ancora in piedi che si guardano intorno per scovare un posto ancora libero.
E subito dopo aver trovato un posticino libero in ultima fila ed aver preso posto, fosse calato il silenzio in sala perchè una voce annunciasse l’arrivo in scena di sua Santità Benedetto XVI accolto, chiaramente, da fragorosi applausi, il quale inizi dichiarando di voler essere sincero al 100x100, ammettendo così la sua assoluta omosessualità (!). Il pubblico riderebbe a crepapelle mentre il Santissimo è intento a spiegare ai fedeli presenti in sala, la sua intenzione di correre ai ripari per rientrare dalla crisi religiosa che stiamo vivendo ormai da anni e cercare di riconquistare i suoi fedeli più giovani. A questo proposito si era ripromesso di distribuire preservativi, adottare musica da discoteca e luci psichedeliche durante le funzioni ecclesiastiche.
Teatro surrealista?!?
No questo è lo spettacolo “Rivelazione” di Leo Bassi, costatogli lo scoppio di una bomba davanti al suo camerino nel teatro Alfil di Madrid da parte dell’estrema destra cattolica.
L’uomo ha messo così in piedi uno spettacolo per rivendicare il suo ateismo e convincere fedeli, e non, della non esistenza divina.
Questo giullare, figlio da sei generazioni di artisti del circo, ci spiega che secondo la teoria di suo padre la chiesa faccia concorrenza al circo visto che entrambe pretendano di vendere “miracoli”. I veri miracoli, però, li fa il sudore umano, la volontà e la passione dell’uomo, imperfetto per natura perché bisognoso di crescere e conoscere e non a immagine e somiglianza di un dio che, come contemplano le stesse scritture, sia un “ser todopoderoso” (essere onnipotente in spagnolo).
L’italo americano, classe 1952, afferma "La mia è l'antica voce del buffone e del clown. Contro il potere senza volto di un mondo guidato dal denaro e dall'apparenza, il sorriso incorruttibile di noi giullari è un rifugio sicuro e salutare".

Se siete interessati lo spettacolo fa tappa in Italia il 20 Diciembre 2008 a Genova.


Canzone consigliata "In cattività" EPO

MaR°aNN°nA