domenica 3 maggio 2009

Addio a Boal il creatore del Teatro degli Oppressi

Il famoso regista teatrale, drammaturgo e saggista brasiliano Augusto Boal, dopo una lunga malattia, è morto oggi, all’età di 78 anni, in ospedale a Rio de Janeiro. Gli storici del teatro lo ricorderanno per aver fondato, negli anni sessanta, il Teatro dell'oppresso (TdO), all’epoca ricopriva il ruolo di direttore del Teatro Arena di Saõ Paulo, prima di esiliarsi spontaneamente in Francia a causa del suo impegno politico negli anni della dittatura militare.
Il TdO usa il teatro per far riscoprire alla gente la propria teatralità, vista come mezzo di conoscenza del reale, e rendere gli spettatori protagonisti dell’azione scenica, affinché lo siano anche nella vita. Basandosi su una precisa presa di posizione a favore degli "oppressi" (in particolare della cultura contadina) e, parallelamente a Paulo Freire, su un lavoro di coscientizzazione, questo metodo serve ai gruppi di "spett-attori" per esplorare, mettere in scena, analizzare e trasformare la realtà che essi stessi vivono. Dall'influenza del pensiero di Freire il TdO prende in prestito l'atteggiamento non indottrinante ma maieutico: non dà risposte ma pone domande e crea contesti utili per la ricerca collettiva di soluzioni. Pur toccando aspetti personali ed emotivi, il TdO non si pone come terapia, ma come strumento di "liberazione" collettiva che poggia sulla presa di coscienza autonoma delle persone, sullo "specchio multiplo dello sguardo degli altri". Un aspetto peculiare del TdO resta comunque il lavoro sul “corpo che pensa", ovvero una concezione dell'essere umano come globalità di corpo, mente ed emozione dove l'apprendimento/cambiamento vede coinvolti tutti e tre gli aspetti, in stretta relazione. Per raggiungere questo obbiettivo, Boal elabora una serie di esercizi e giochi (teatro giornale, teatro forum, teatro immagine, teatro invisibile, il Flic-dans-la-tete “Poliziotto nella testa”) che, de-professionalizzano, a livelli diversi, il teatro e rompono la barriera attore-spettatore, in modo da sciogliere le "meccanizzazioni" del nostro corpo/mente/emozione, cristallizzate nella cosiddetta "maschera sociale. Fulcro del metodo sono l'analisi e la trasformazione, da parte del gruppo, delle situazioni oppressive, di disagio e conflittuali della vita quotidiana al fine di cercare soluzioni da mettere in pratica, seppure in uno scenario teatrale. L'ipotesi è che la "recita" di una soluzione possa stimolare ad agire anche nella vita quotidiana. Il conflitto viene così valorizzato perché permette all'oppresso di liberarsi dall'oppressione.

L'ultima tappa del TdO risale a quella del Teatro-Legislativo, esperienza inizialmente svolta a Rio de Janeiro dal 1993 al 1996 dove Boal, eletto deputato della Camera dei Vereadores - una sorta di consigliere comunale - per il Partito dos Trabalhadores, ha coordinato un progetto tramite cui gruppi sociali organizzati (donne, senza terra, disoccupati, etc.) potevano esprimere i loro bisogni col teatro, traducendoli poi in proposte di legge discusse alla Camera e viceversa. Lo stesso progetto venne usato, inoltre, per rafforzare con azioni del Teatro-Invisibile che mettevano in luce le inadempienze di leggi già presenti ma non rispettate, esperienza questa, nominata dallo stesso Boal "democrazia transitiva" perché in grado di connettere maggiormente il legiferare e le Istituzioni con i bisogni chiave dei cittadini organizzati, che venne proposta anche in diverse città europee. Oggi il TdO e' diffuso in tutto il mondo, con un centro storico a Rio (Centro do Teatro do Oprimido) e a Parigi (Centre du Theatre de l'Opprimè); e svariati gruppi e centri che hanno elaborato visioni particolari del metodo in diversi altri paesi dove svolgono attività formative. Negli anni Settanta il cantautore Chico Buarque, anche lui in esilio, compose la canzone in forma di lettera "Meu caro amigo" proprio in omaggio a Boal.