venerdì 21 gennaio 2011

8 monologhi di Stefano Benni

Il 26 gennaio arriva in libreria il nuovo libro di Stefano Benni: Le Beatrici (pp. 80, € 8 edito da La Feltrinelli), otto monologhi scritti per giovani attrici, intercalati da poesie dedicate all’amore. Ritratti di donne, come se le immagina l’autore: per prima, appunto, la Beatrice di Dante. E poi una adolescente crudele, una manager in carriera, una vecchia bisbetica, una suora.
«La molla per Le Beatrici non è scattata con i libri, ma a teatro. Ho visto tante attrici giovani di talento, e mi hanno chiesto di scrivere qualcosa per loro. Ci ho provato» afferma Benni.


Giovanna Zucconi l'ha intervistato per il settimale de La Stampa TuttoLibri, ecco alcune domande:

Ma esistono libri talmente piatti, opachi, che nessun lettore può trasformarli?
«No. Credo che anche il libro più brutto e mal scritto, abbia sempre un lettore che lo amerà. Come nella vita, tutti possono innamorarsi di una megera e di un cretino. Se poi pensiamo alla politica...»

Se è un istinto, non si può insegnare a leggere?
«Non so se si possa insegnare a leggere. Il talento è unicità. Se a scuola ci sono trenta alunni, non voglio che scrivano nello stesso modo,ma in modo diverso e speciale. Il talento va stimolato, incoraggiato, corretto. Forse questo è insegnare, ma preferisco la parola contagiare. Di una bellissima malattia»

Cos’è più fastidioso, la retorica sulla lettura o il catastrofismo sulla fine del libro e della lettura?
«Entrambi micidiali, annoiano tutti e due. Il libro è morto, dice il critico, poi ne scrive tre di fila».


Se vi interessa leggere tutta l'intervista la potete scaricare da questo link:

http://www3.lastampa.it/tuttolibri/sezioni/edicola/articolo/lstp/49331/