lunedì 5 luglio 2010

Preti e mafiosi: la strana coppia.

Ieri sera presso la Casetta Rossa della Garbatella (Roma) ho assistito alla presentazione del libro di Isaia Sales I preti e i mafiosi (Baldini Castoldi e Dalai).
Il libro affronta un tema scottante: quello delle responsabilità della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti, nell’affermazione delle organizzazioni mafiose. Il libro prende le mosse da una serie di domande: come si spiega che nelle quattro «cattolicissime» regioni meridionali si siano sviluppate alcune delle organizzazioni criminali più spietate e potenti al mondo? Come spiegare che la maggioranza degli affiliati a queste bande di assassini si dichiarino cattolici osservanti? Che rapporto c’è tra cultura mafiosa e cultura cattolica? E perché questo rapporto non è stato mai indagato in sede storica e, invece, è sempre smentito o sottovalutato?
Sales cerca di rispondere a ciascuna domanda nel suo libro, affermando che senza il sostegno culturale della Chiesa le mafie non si sarebbero potute radicare così profondamente nel Sud del nostro Paese. Il successo di queste organizzazioni criminali rappresenta dunque un insuccesso della Chiesa cattolica ma, al tempo stesso, senza una Chiesa realmente e cristianamente antimafiosa la lotta per la sconfitta definitiva delle mafie sarà ancora lunga. Le mafie in Italia esistono da duecento anni ma se non sono state ancora sconfitte vuol dire che i motivi del loro «successo» non sono stati completamente individuati. Oggi il silenzio della Chiesa è stato in parte interrotto, ma moltissimi preti continuano a tacere o a essere indifferenti al tema.

MaR°aNNa

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