sabato 11 aprile 2009

Al polo estremo

Islanda un’isola estrema e lontana, una terra incontaminata dove geyser, vulcani e ghiacciai si alternano in un paesaggio mozzafiato e dove la luce incantata, diffusa dal sole quando ci si avvicina ai circoli polari, avvolge i territori.

Fatta eccezione per Reykjavik, capitale cosmopolita e vivace, fino a poco tempo fa, l’isola risultava inaccessibile a causa della scarsità di strutture turistiche che la rendevano una meta molto costosa e non alla portata del turismo di massa. Chi è riuscito a visitarla è rimasto sospeso fuori dal tempo e dallo spazio, si è trovato a contemplare un museo “en plein air”, dove la natura è un affresco che fuoriesce dalla cornice ribellandosi alle leggi dello sguardo.
L’aria rarefatta e tersa del ghiacciaio di Vatnajokull diventa gassosa e irreale nel ventre della terra, dove tra sbuffi e lave respirano i geyser. In questa terra del ghiaccio quasi disabitata, la luce crea miraggi dai nomi evocativi: come l’effetto Fata Morgana che proietta sulla linea dell’orizzonte isole, foreste e navi inesistenti. Senza dimenticare l’incanto dell’aurora boreale da contemplare in assoluto silenzio.

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